"Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria, col suo marchio speciale di speciale disperazione e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi, per consegnare alla morte una goccia di splendore, di umanità,di verità". Fabrizio De Andrè

mercoledì 14 gennaio 2009

Occhio che non vede, Fava che non duole


Che il quotidiano “La Sicilia” non sia proprio quel luogo dove il binomio libertà – informazione costituisca il perno del giornalismo nostrano lo si era già vagamente intuito da tempo; ma la vicenda riguardante la censura di Claudio Fava sul giornale di Cianci, riportata, tanto per cambiare, solo da pochi organi di informazione come l'Unità e itacanews, non può che destare ulteriore sconforto.
Pochi giorni fa si è commemorato l'anniversario dell'omicidio di Giuseppe Fava, giornalista ucciso dalla mafia 25 anni fa, una delle tante vite spezzate a causa di una passione, un sogno: ricerca di libertà e fuga dall'omertà dilagante, fare del vero giornalismo al servizio di tutti. Ebbene.
La Fondazione Fava, presieduta dal figlio Claudio, ha a tal proposito organizzato un incontro per ricordare il giornalista scomparso; tra gli ospiti presenti spiccavano le figure di Carlo Lucarelli, premiato dallo stesso Fava, Roberto Natale e Pino Maniaci.
Evento significativo, importante e, dunque, censurato da “La Sicilia”. Come mostra la foto, di Claudio Fava non resta che una piccola parte del ginocchio, mentre nell'articolo di Sergio Sciacca non compare neppure il suo nome. Censurato.
Il sito itacanews, diretto proprio da Fava, ironizza sull'accaduto(che altro resta da fare?); non più “Claudio Fava”, ma “The invisible man”: c'è ma non esiste, si sente il suo nome, come una leggenda, ma non fateci caso, è un'illusione ottica. Si dice che si occupi di mafia, sia da giornalista che da politico; si dice che metta il dito (o meglio, la penna) nei rapporti di potere catanese; è una eco, un nome pronunciato distrattamente o sbadatamente, erroneamente, ecco. Solo un errore può giustificare la citazione dell'innominato innominabile, The invisible man.
Ma di chi si tratta? Claudio Fava? Boh, mai sentito nominare. Io, comunque, avanzerei una proposta: invece di chiamarlo “La Sicilia”, consiglierei a Ciancio di nominare il proprio quotidiano “Una parte della Sicilia”. Ed il sottotitolo: “Solo quello che vogliamo farvi vedere”.
p.s:foto tratta da www.itacanews.it
Occhio che non vede, Fava che non duole

Segnalazioni:
- La democratica campagna a favore dell'ateismo

1 commento:

Lorenz ha detto...

avevo letto dell'accaduto da micromega.net
Ma è possibile che dobbiamo vergognarci quotidianamente del tipo di informazione che ci viene proposta dai media tradizionali?

va bè... forse è meglio non esagerare... considerare "la Sicilia" un media autorevole forse è eccessivo...