"Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria, col suo marchio speciale di speciale disperazione e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi, per consegnare alla morte una goccia di splendore, di umanità,di verità". Fabrizio De Andrè

martedì 10 febbraio 2009

La politica è morta


Assieme ad una ragazza che ora spero non possa ascoltare il vomito di parole che sta infangando il nostro Paese, è morta anche la politica.
Si, la politica, o meglio una parte di essa, è morta e non ci resta che assistere inermi e scoraggiati a ciò che è rimasto.
La politica è riuscita a dividere anche in uno di quei pochissimi casi in cui dovrebbe unire o, almeno stare zitta, visto che ancora una volta è intervenuta in ritardo, e male, su argomenti che vanno smisuratamente al di là di ogni possibile contrasto ideologico o partitico.
La politica è morta perché, dopo anni ed anni di discussioni e di battaglie, ha preteso di occuparsi all'ultimo minuto della vita di una persona con un decreto legge, come con un colpo di spugna, come con una porta sbattuta in faccia.
È riuscita a trasformare la vita di una persona in ideali di destra o di sinistra, ha incarnato il presunto bene da una parte ed il demoniaco male dall'altra.
Così ora ci tocca sentire dei burattini che si proclamano “salvatori di vite”, che parlano di assassinio , che giurano con gli occhi gonfi di aver fatto di tutto il possibile per salvare un corpo immobilizzato in uno stato di coma vegetativo da diciassette anni.
Dall'altra parte stanno i carnefici, gli assassini, che quel corpo non volevano tra noi ma di cui volevano sbarazzarsi a tutti i costi: criminali.
La politica è morta perché ha trasformato la stessa morte in una campagna elettorale subdola, tra le righe; perché in un lasso di tempo smisuratamente ampio non è riuscita, come molti Stati europei e non hanno fatto da tempo, ad elaborare una legge che regoli l'eutanasia ed il cosiddetto “fine-vita”; perché non ha il coraggio di dire che ogni anno in Italia tantissime persone muoiono poiché i parenti del paziente ed i medici concordano che è inutile continuare le cure e abbandonano i loro cari, senza scandali mediatici o piagnistei giornalistici e partitici.
Si sa, preferiamo che le cose accadano a nostra insaputa al posto di affrontare i problemi: ciò ci darà il diritto di andare in Chiesa la domenica con la coscienza pulita.
Poco importa se l'unico errore del signor Englaro è stato quello di lottare affinché nella nostra civile Italia si abbia il coraggio di discutere una legge del genere; poco importa se avrebbe potuto agire nel silenzio o andare all'estero.
La politica è morta perché, per una manciata di voti e di poltrone, si è favorito uno sconto tra cittadini comuni. E così ieri chi ha avuto come me la sfortuna di ascoltare le parole di una inviata di Porta a Porta, ha dovuto assistere ad una signora contrariata che scuoteva la testa e si dimenava dietro la giornalista, in evidente trance esibizionistica, poiché quest'ultima riferiva delle lacrime del signor Englaro. Già, come è possibile che quell'assassino che è stato in grado di fare uccidere sua figlia possa piangere, ora. Inaudito, incomprensibile, ingiustificabile.
La politica è morta perché anche nelle situazioni peggiori di riescono a dire falsità; e così Buttiglione ieri sera ha dichiarato che, visto che in Italia vi sono altri duemila casi simili al caso Englaro, tutti faranno la stessa fine, tutti verranno costretti a morire. Il filosofetto marchigiano finge di dimenticare la discrezionalità e l'assoluta libertà di scelta che appartiene solo a noi stessi e a chi ha il diritto di decidere per noi.
La politica è morta perché non ha il coraggio di mettere da parte i voti ed occuparsi dei suoi cittadini; perché in Italia non siamo tutti cattolici, perché se giustamente il Vaticano è contrario all'eutanasia ( guardandosi bene dal dire che a Giovanni Paolo II sono state interrotte preventivamente cure inutili) ciò non può entrare in conflitto con l'ordinamento laico di uno Stato; è morta perché tutti i falsi moralisti, i falsi cattolici divorziati o che hanno abortito, si nascondono e sputano sentenze, applicano dogmi, insultano con terribile prepotenza tutti coloro che (ma non sono rimasti in molti) hanno il coraggio di agire per un credo comune, per una battaglia di civiltà.
I movimenti per la vita gridano inviperiti sentenze informi contro ipotetici ed inesistenti “movimenti per la morte”. Che, ovviamente, non sono tali.
Senza neanche accorgercene ci stiamo facendo togliere la libertà di decidere su noi stessi, in base ai nostri principi ed alla nostra morale. Morale che non è giusta o sbagliata poiché nessuno è in grado di separarla in queste due enormi ed smisurate categorie, tranne chi (ma non esiste) “sa di raccogliere in bocca il punto di vista di Dio”.
La politica è morta assieme a chi oggi titola sui giornali “L'hanno uccisa” ed assieme a chi scrive articoli enfatizzando “Le responsabilità di Napolitano”:tutti hanno creduto ai falsi insulti che Di Pietro avrebbe rivolto al tanto osannato Capo dello Stato, nessuno fiata ora colpevolizzando anche lui per quello che è successo. Un altro carnefice?
La politica è morta ed ora dovremo tenerci quello che ne resta sperando come sempre in un futuro migliore.
Eluana, spero che tu non possa vedere tutto questo.

Segnalazioni
-Ciao Eluana,di Liberiesenzapadroni!
- Oggi è la giornata del ricordo delle Foibe, non dimentichiamolo.
-Su "Il Giornale": Ora è Berlusconi il leader morale dei cattolici. Leggetelo e poi leggete il post già segnalato ieri su Liberiesenzapadroni.it: ovvero quando Berlusconi fece abortire la moglie.

1 commento:

Lorenz ha detto...

Condivido a pieno tutto ciò che hai detto. Molti dei nostri politici hanno speculato su questa situazione, tra l'altro senza trovare una vera e propria soluzione ma calpestando solamente la Costituzione e il Capo dello Stato (cavolo, una volta che si era svegliato...).
I nostri politici hanno perso l'occasione per stare zitti... la bagarre di ieri al Senato ha del vergognoso... Le parole di Gasparri poi non meritano commenti...
Spero solo che Eluana adesso sia in un mondo migliore.